Per la XVI edizione della Rassegna
Quattro Secoli di Teatro Milanese
la Compagnia Meneghina del Teatro della Memoria
presenta
SCAPIGLIATURA!
Scapigliati e anticonformisti milanesi 1858 – 1898
con Aleardo Caliari, Domitilla Colombo, Silvia Gorla, Danilo Ghezzi
al pianoforte il Mo. Paolo Beretta
Regia di Aleardo Caliari
ULTIME REPLICHE
Venerdì 7 novembre 2014 ore 21,00
Sabato 8 Novembre 2014 ore 21,00
Domenica 9 Novembre 2014 ore 16,00
INGRESSO € 15,00 – RIDOTTO € 10,00
A conclusione dei moti risorgimentali, quando nasce il nuovo Regno d’Italia, a Milano e in Lombardia, molti si chiedono perché lo Stato Post-Unitario debba adottare e imporre come lingua nazionale il dialetto toscano a scapito del milanese, del veneto, del napoletano, del romano, del siciliano, ecc. nasce così la Scapigliatura milanese e Lombarda!
Nel 1858 scrive Cletto Arrighi: “In tutte le grandi e ricche città del mondo incivilito esiste una certa quantità di individui d’ambo i sessi (…), fra i venti e i trentacinque anni, non più, pieni d’ingegno quasi sempre, più avanzati del loro secolo, (…) pronti al bene quanto al male; inquieti, travagliati, turbolenti… Questa casta o classe – che sarà meglio detto – vero pandemonio del secolo, personificazione della storditaggine e della follia, serbatoio del disordine, dello spirito d’indipendenza e di opposizione agli ordini stabiliti, questa classe ripeto che a Milano ha più che altrove una ragione e una scusa di esistere, io, con una bella e pretta parola italiana, l’ho battezzata appunto la Scapigliatura Milanese”. Così Carlo Righetti (il cui pseudonimo fu Cletto Arrighi) descrisse un movimento di giovani contestatori artisti che prosperò a Milano nel periodo 1858 – 1896.
Sempre un movimento di contestazione artistica, letteraria e musicale, perlopiù composto da studenti universitari e liceali, ma fiancheggiato e sostenuto da numerosi artisti e intellettuali lombardi. Gli Scapigliati infatti non erano anagraficamente tutti milanesi, ma parlavano e scrivevano in milanese, alcuni di loro erano stati Garibaldini e avevano sognato un’Italia Repubblicana, altri provenivano persino dalle cosiddette classi dominanti dalle quali li separava la loro intelligenza ed il loro sentire. I temi romantici dell’amore e della morte erano fortemente presenti nel loro immaginario poetico e narrativo, ma erano anche inclini alla musica, ammiratori e alcuni addirittura collaboratori di Giuseppe Verdi, come Arrigo Boito. Gli Scapigliati si riunivano alla cosiddetta osteria della “Ortaglia” di Via Vivaio (più o meno dove attualmente c’è il palazzo della Provincia) che allora era praticamente in campagna. Nella Scapigliatura la caratterizzazione generazionale post unitaria è strettamente intrecciata all’individuazione di un preciso spazio cittadino entro cui l’armonia tradizionale della comunità viene meno.
Musica e teatro, prosa e poesia concorrono così a disegnare un grande affresco della Milano post unitaria che comprende un arco di quasi quattro decenni per spegnersi sotto i colpi di cannone di Bava Beccaris.
Il Teatro della Memoria nasce come compagnia teatrale nel 1980 e come teatro aperto al pubblico nel 1989, nei locali di via Cucchiari 4. È un nuovo e accogliente teatrino da cento posti dove si mescolano artisti di lungo corso e giovani che si sono appena tuffati nell’affascinante mondo del teatro. Oltre all’amore per il teatro, una malattia dalla quale difficilmente si guarisce, li accomuna quel desiderio di libertà creativa che si alimenta al di fuori del teatro statalizzato. Nel panorama culturale milanese infatti il Teatro della Memoria offre una programmazione originale e diversificata, che non trova riscontro in altre e ben più famose sale cittadine, valorizzando in maniera sempre più approfondita il repertorio teatrale e musicale milanese e lombardo. In questi anni il Teatro della Memoria ha ospitato i più grandi artisti di Milano e di Lombardia: da Piero Mazzarella a Nanni Svampa, da Rino Silveri a Enrico Beruschi a Walter Valdi, da Liliana Feldmann a Memo Remigi, da Umberto Faini a Mirton Vaiani, da Rosalina Neri a Roberto Negri, dando altresì spazio a nuovi e interessanti interpreti come Walter Di Gemma, Jessica Resteghini, Domitilla Colombo, Alberto Grasso, Roberto Sfondrini e tanti altri. Oltremodo significativi sono anche gli autori rappresentati: da Carlo Porta a Cletto Arrighi, da Carlo Dossi a Delio Tessa, da Carlo Bertolazzi ai contemporanei Luigi Lunari, Umberto Simonetta, Giovanni Testori, Mario Mazzarella (in arte Rino Silveri). E poi, naturalmente, Shakespeare, Goldoni, Pirandello, i giovani autori contemporanei, le giovani Compagnie ospiti, tra cui la compagnia degli Hypocrites e quella delle “Cattive Compagnie” vincitrice del Fringe Festival di New York 2013. La Memoria di una tradizione per un nuovo teatro che guarda al futuro.
Il TEATRO MILANESE della Scapigliatura e TECOPPA
Tra il 1870 e il 1880 nasce il Teatro Milanese di Cletto Arrighi, in cui l’attore Edoardo Ferravilla conquista il pubblico milanese con le sue celebri macchiette, tra cui la più famosa resta quella del Brumista (vetturino di “Brumm” ossia di carrozzelle pubbliche) spesso d’umore alterato dai numerosi grappini, bevuti d’inverno per contrastare l’umido e il freddo, e arrabbiato con il mondo intero.
Il suo stesso nome TECOPPA è la traduzione della sua più celebre imprecazione: “CHE DIO TE COPPA”. La macchietta del Tecoppa, diventato simbolo del popolano milanese, furbo e allo stesso tempo ingenuo, cialtrone e un po’ imbroglione, è stata ripresa al Teatro Gerolamo nella seconda metà del Novecento, dal grande attore milanese PIERO MAZZARELLA, da poco scomparso.
IL CAPPELLO A CILINDRO del TECOPPA, dono degli eredi del Ferravilla a Piero Mazzarella, è stato a sua volta donato all’attore ALEARDO CALIARI del Teatro della Memoria che la riporta per la prima volta in scena in questo spettacolo.
Teatro della Memoria
Via Cucchiari 4, 20155 Milano
info@teatrodellamemoria.it – tel . 02 313 663