Adiemus è un cammino, un viaggio che inizia dalle radici della musica, dalla percussione che affianca, accompagna, sottolinea, organizza la nostra esistenza, il nostro passo. E’ un volo di voci, la carezza dolce di un flauto. E’ un grido di voglia di orizzonti, un vento, un bisogno di pace. Un respiro. Un avvolgente manto di armonia, ma anche di dissonanze, aritmìe, frasi inquiete, ostinate, … di silenzi.Adiemus è profumo di natura, intruglio di colori, albe, tramonti, foschie. Adiemus è una riflessione, un attimo di intimità, di meditazione. È preghiera.”
“Sanctuary” significa “posto di rifugio”. La musica è un posto nel quale scappare. Non che sia per questo introspettiva o cupa. Noi aiutiamo le emozioni ad essere estese ed ampliate, le aiutiamo ad allargarsi verso l’infinito.
È una composizione di tipo corale basata sulla tradizione classica europea, ma dove il suono della voce umana è più simile alla musica etnica o “world”.
L’idea originale di Karl Jenkins era di avere un’unità tematica all’interno del lavoro in toto, piuttosto che una collezione di pezzi diversi in forma di canzone.
Le strutture delle “Songs of Sanctuary” sono influenzate dalla forma classica, per esempio Rondò modificato, ternario, aria con “da capo”. Questo è di grande importanza a causa della mancanza di messaggio lirico che regge la forma convenzionale del canto.
Il testo è stato scritto foneticamente, con le parole viste come suono strumentale, per elevare al massimo grado il “melisma” (una frase vocale espressiva), rimuovendo la distrazione, se si può chiamare tale, delle parole.
Il suono è universale, poiché è il linguaggio della musica.
Le voci soliste sono indispensabili per questo, non solo per la loro bellezza, ma anche per la varietà e l’intonazione controllata e perfetta che entrambe possiedono. Inoltre la partitura, che in taluni casi osa, nella parte del “contralto”, raggiungere un’inusuale gamma di note basse, offre la possibilità di ottenere suoni unici per qualità cromatiche e spessore. Le parti “a solo” sono intonate a volte nella maniera ecclesiastica, a volte in quella celtica.
L’autore desidera che le voci del coro, sia quelle dei fanciulli che quelle del coro femminile, risultino “tribali”, perciò viene chiesto loro di cantare fortissimo, senza vibrato. Se si ascolta la musica etnica tribale (maori, africana), questa è la caratteristica propria del genere.
LA PRIMA ESECUZIONE DAL VIVO
La prima esecuzione assoluta dal vivo di “Adiemus: Songs of Sanctuary” è stata presentata al Teatro Coccia di Novara, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed il patrocinio del Comune e della Provincia di Novara, nell’ambito della Giornata Universale del Fanciullo, promossa dall’UNICEF.
L’esecuzione è stata possibile grazie alla preziosa ed entusiasta disponibilità di tante persone che hanno creduto in questa meravigliosa musica allora sconosciuta e l’hanno da subito amata, nota dopo nota.
GLI ARTISTI IN SCENA…
Isabella Casucci, che accende i colori di Adiemus regalandoci le primissime note, è una deliziosa vocalist, che lavora da tempo al fianco di Giorgia, con alle spalle importanti esperienze jazzistiche e di rhytm & blues con artisti come Stefano Cerri, Paolo Pellegatti, Gian Paolo Casati, Marcello Tonolo, Maurizio Caldura, la Paul Jeffrey Big Band, la FBL Soul Band.
Angela Baggi viene da una lunga esperienza di voce solista e corista con Fausto Leali, Ron, Giorgia, Gloria Gaynor, Lee Roy Johnson, Tina Turner, Renzo Arbore, Zucchero, Adriano Celenano, Loredana Bertè, Gianni Bella, Rossana Casale, Gigi Cifarelli, gli Area, in tante trasmissioni televisive, tour e dischi.
Giorgio Merati esprime con i flauti la sua grande sensibilità artistica. Proviene da esperienze concertistiche come solista e nelle più prestigiose orchestre europee. La sua naturale predisposizione all’uso degli strumenti antichi lo ha portato spesso all’esecuzione di musiche ricercate. Si addentra con frequenza anche nel mondo della musica etnica e popolare.
L’Orchestra Sinfonica Carlo Coccia è una prestigiosa realtà, fondata nel 1994, che ha collaborato con importanti direttori, quali Giuseppe Garbarino, Bruno Aprea, Massimiliano Caldi, Marcello Rota, Paolo Gatto, Aldo Tarchetti e con pregevoli formazioni corali, tra le quali, frequentemente, il Coro del Teatro alla Scala. Il suo repertorio spazia dal barocco al classicismo (con la formazione cameristica), fino al romanticismo e alle partiture contemporanee, con frequenti presenze nelle stagioni liriche di importanti teatri italiani ed esteri.
Il Coro “Le Voci Bianche di Novara” nasce vent’anni fa per volontà del maestro Paolo Beretta che da allora lo istruisce e lo dirige con grande entusiasmo e professionalità. Attualmente è composto da cinquanta bambine e bambini, a partire dai 5 anni di età. Possiede un repertorio che spazia tra la musica classica e la musica popolare, dalle melodie antiche alle espressioni contemporanee, con frequentazioni della letteratura musicale corale lirica e polifonica. Ha partecipato a moltissime manifestazioni musicali, trasmissioni radiofoniche e televisive ed ha al suo attivo alcune incisioni discografiche.
Il Coro “Arcobaleno“, giovane formazione vocale nata dalle “ex voci bianche”, unitamente a diversi altri giovani, ha un repertorio di brani di musica leggera, spiritual, gospel, musical. Spesso si affianca, nelle occasioni importanti, al coro dei piccoli.
Paolo Beretta, pianista e direttore d’orchestra, dopo diverse esperienze concertistiche come solista, si specializza nella musica cameristica e nell’accompagnamento del canto e del balletto, nel teatro d’opera e nella musica corale. Ha più volte lavorato nei maggiori teatri italiani, tra i quali la Scala e l’Arena di Verona. Arrangiatore e conduttore di formazioni jazzistiche; spesso compositore di musiche per la pubblicità, la televisione ed il cinema. Da sempre si dedica all’educazione vocale dei fanciulli; ha per anni collaborato con l’Antoniano di Bologna.
Francesco Iorio, pianista, organista e direttore di coro, è da anni alla guida del Coro Novaria e del Coro Lirico-Polifonico del Civico Istituto Musicale Brera di Novara.
Matteo Spina, insegnante e pianista concertista molto apprezzato, tastierista ed arrangiatore, è Maestro collaboratore e sostituto in questa produzione.
Franco Campioni, percussionista, compositore, jazzista, docente al Conservatorio Verdi diMilano e membro di alcune tra le più importanti orchestre italiane, tra cui l’Accademia di Santa Cecilia, ha curato la rielaborazione del tappeto percussivo dell’opera di Jenkins.
Bruno Polver, conosciuto ed apprezzato pittore e comunicatore. insieme a Barbara Polver, pittrice e scenografa e Valeria Piasentà creativa e sensibile scenografa, hanno realizzato l’opera pittorica “Adiemus” e le immagini che accompagnano il concerto.